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Come vedono i pizzaioli il futuro?

L’Italia del fuori casa guarda alle vacanze natalizie, ultimo “esame” prima della chiusura dell’anno. Ma soprattutto guarda oltre, all’anno nuovo, portando con sé speranze e idee, nuove strategie per sopravvivere alle chiusure e magari, perché no, essere in controtendenza rispetto a questi tempi bui.

Come vedono i pizzaioli il futuro?

Lo chiediamo ad uno dei loro rappresentanti, Angelo Iezzi, presidente API, che risponde a cinque nostre domande.IEZZI.jpg

 

Dalle voci che raccogliete dai pizzaioli associati emerge che la crisi si può superare nel 2015? (sono cioè positivi o negativi sulla crisi economica)?

«In generale l’insoddisfazione sembra farla da padrona tra i pizzaioli ascoltati in questo periodo, l’idea che le cose possano andare meglio sembra essere più legata ad una speranza di riuscire ad esprimere il proprio potenziale creativo che ad una visione di una schiarita commerciale».

 

Quali sono gli aspetti su cui più si lamentano i gestori?

«Le tasse e la burocrazia, la forte pressione delle scadenze rispetto ad un mercato stagnante sono sicuramente il problema maggiore denunciato da quasi la totalità delle persone ascoltate».

 

Ci sono esempi di pizzerie che stanno reagendo alla crisi e fanno buoni fatturati? Che cosa fanno per essere competitivi?

«Ovviamente tutti cercano di reagire alla crisi ma nessuno dichiara un miglioramento del fatturato ormai sceso ai minimi storici.

Per la ricerca della competitività in una scala da 1 a 10 puntano su :

Qualità della cucina 4

Qualità dei prodotti 8

Abbassamento dei costi sulle materie prime 4

Riduzione personale 9

Menu fissi a prezzo fisso 5

Serate a tema per invogliare la clientela 4

Investimenti in pubblicità o sui social network 6»

 

PIZZE.jpgLei come vede la ristorazione da qui ad un anno, terrà bene nonostante il calo dei consumi?

«Come in una guerra chi ha sbagliato le scelte di fondo e quelli che hanno meno scorte sono destinati a soccombere; questo porterà ad una selezione in termini di qualità e una minore offerta e varietà di prezzi per il cliente finale che si vedrà costretto a diminuire le sue uscite in pizzeria».


Quale messaggio positivo vorrebbe lanciare ai pizzaioli che ci leggono?

«Resistere, ottimizzando i costi di gestione puntando a differenziare l’offerta cercando di andare incontro ai bisogni del cliente senza mai smettere di credere nelle proprie capacità».

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


29/10/2014

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